lunedì 29 maggio 2006

Paddy Bonner ah ah ah. Nel consueto splendore dell’inserto domenicale di Repubblica, contraltare invero culturale alle banalità da piazzismo bottegaio di troppa cronaca dello spettacolo settimanale, spicca una doppia pagina consacrata al quasi inevitabile corollario narrativo degli imminenti Mondiali. A Guanda fanno le cose à la Guanda editando una serie di pezzulli d’autore dove l’autore o si chiama Hornby o si chiama Doyle, per dire. Quest’ultimo rivanga una delle epifanie del me sedicenne, la calata irlandese ai mondiali del Novanta: esattamente come in Due Sulla Strada, dalle righe emerge intatto lo spirito di allora. Che mi riporta alla pizza conclusiva della terza liceo la sera di Argentina-Camerun funestata dal primo pendolino -ahimé vincente non so come- di Mosca, che sarebbe poi durato negli anni; lo sgomento per la dissoluzione dell’armata Lobanovskij sotto i colpi di Lacatus nel deserto di Bari; Gary Lineker centravanti gentiluomo e un’Olanda troppo sbiadita per essere vera. Ma soprattutto l’Eire, una squadra di lentigginosi inabili al calcio se non per un paio di centraloni (McGrath, Moran), muscolare nel centrocampo e sospinta da una marea verde che definire allegra è poco. Il me uduista e poguesiano fremette ai pareggi strappati negli stadi del sud, visse con partecipazione la battaglia di Marassi (impianto quanto mai anglosassone) vinta ai rigori sulla Romania deceausescuizzata e tifata dai democristi, in una partita che subcelebri artisti (infra) hanno visto da tribune già testimoni della fratellanza-in-perdenza scoto-svedese (gran bel derby pop, col senno di poi)… Eravamo tutti irlandesi, noi della generazione 74-75, plasmati dal sostegno alle barricate belfastiane ma consapevoli che ”what’s the glory in dying for the revolution’ (cit.). E quando Ray Houghton uccellò Pagliuca su ‘assist’ di Billy ‘Hollywood’ Costacurta, oggi portato a esempio del calcio pulito(?), fummo abbastanza contenti: si era già nel 94, e dire Italia significava dire Berlusconi. Fra dieci giorni si ricomincia, a breve aprirà un blog tutto dedicato alla kermesse teutonica, e pure se mi fate ricordare il Mondiale delle notti magiche, di Azeglio Vicini, di Cuore Mundial, insomma il ‘mio’ mondiale, beh non la finisco più…

Parole. Inizia una nuova rubrica, saltuaria per forza, in seno all’Enoteca. Credo che chiunque scriva ami la parola, la locuzione, il testo come se stesso; pertanto mi divertirò a mettere all’indice parole abusatissime delle quali sfugge il significato non solo ai più, ma pure a chi solitamente le scrive. E prometto di non usarle più nei miei spazi… Le prime sono ‘postmoderno’ e ‘surreale’: non aggiungo una chiosa superflua, non c’è bisogno di argomentare ulteriormente quanto interlocutorio e finto-saputo sia il piazzarle nel mezzo di un discorso. Secondo enunciato da bandire: ‘tra calli e campielli’… Ci vorrebbe un codice etico sulla terminologia…

Amigos. Ancora una mezza giornata per votare a Roma per Sciltiano: sì, supererei perfino la freddezza slash lontananza dalla rosanelpugno… perché lui vale.

E a Venezia (ghe-)sboccia una indielabel electro: alla Nano Rec., che produce fra gli altri “Mr.Groovejet” Spiller, sovrintende Bot-teen e presto ci ritorneremo, dopo sopralluogo in qualche bàcaro dei nostri.

Quando arrivano i ciesse per le ciesse. (Il ciesse = comunicato stampa. La ciesse = conferenza stampa).

Domani alle 12 nella sede ASU di via Santa Sofia in Padova verrà presentata l’edizione 2006 di Summer Student Festival, la prestigiosa rassegna di tante indipendenze musicali e visuali (qua un breve report del 2004) che quest’anno trasloca dalle strutture di via Trieste sul Piovego al parco Fistomba. Il programma, il calendario e il resto sono qua.

Mercoledì sempre alle 12 in piazzetta Sartori (non lontano da largo Europa), sempre a Padova, Esterni spiegherà i contenuti di UpsideTown, sorta di raid urbani, iniziative choc, messe in discussione di un’identità e di un percorso quotidiano sul quale mai si lasciano pendere dubbi. L’evento si annuncia informale e crapulone, pertanto smuovetevi… e ravanate qua, cliccando sui ‘lavori in corso’ per ascoltare lo spot-radio…

Unhit parade. L’appuntamento più atteso dagli scrocconi scaricatori 😉

La battellata ipotetica parte da piazzale Roma: all’imbarco principale i Numero6 (eh già) fanno sapere che la rotazione dei pezzi nel myspace si arricchisce di due nuovi estratti da “Dovessi mai svegliarmi”, per la precisione ‘Un finale rocambolesco’ e ‘Ora però credimi’… è power-pop, enjoy

Alla ferrovia sale Salvatore ‘Howtired‘ Patti di indiepop.it che annuncia il nuovo blog di recensioni volanti, primo effetto della nuova impostazione della rivista: questo è Indiepop Reviews

Finalmente del sonoro: alle Guglie il ciosoto di turno butta il lazo e fa entrare i Victor Young, trio impostato secondo i canoni 2000s cari alla DFA e al p-funk nuiorchese, ma non alieno da escursioni free. La loro ‘Il tetris di Michele‘ è quel tipo di pezzo che aleggia mentre sei in consolle e la band per la quale fai il set del dopo evapora i feedback degli strumenti dagli amplificatori: è il momento di sterzare, e questo pezzo si presta anzichenò.

L’approdo della Crea è recente, salgono ancora in pochi, soprattutto studenti di San Giobbe e i Cappello A Cilindro: così vicini e così lontani alla classicità dell’impegno autoriale italico, nella sua extended version che va da Capossela e la Banda Ionica fino alla severa austerità di certo Fossati. “Per non rallentare” è album che emoziona perché lascia intendere che ancora qualcuno in Italia certe cose le sa fare senza dire niente di ritrito, ha tante facce e un’apertura maestosa con ‘Il vento forte’: peccato la loro label (la Edel, per fare nomi e cognomi) persegua una politica di diffusione contraria al downloading gratuito anche di un solo pezzo, scelto magari da loro. Presto una tesi di laurea dirà perché essa sbaglia a darsi la zappa sui piedi… intanto penso di rendere un bel servizio alla band, e a Fabrizio e Antonella che ci stanno dietro, linkando il pesaaaante (64 Mb) file video dell’esibizione al Primo Maggio romano (grazie ai Rancorosi)

Sul rettilineo che guarda alla terraferma c’è da sostare ai Tre Archi, in faccia all’ex macello: questo termine clubbisticamente romanesco introduce ai Fumisterie, dei quali già parlai in maniera lusinghiera per l’apparizione nella compila ‘di casa’ Polyester. Bene, l’uscita di “Kreuze und Krokodile” certifica che i ragazzi hanno tutti i numeri per fare un discreto botto nella scena intellipop: arrangiamenti glabri e considerazioni ricercate, piedi nella storia e testa al presente cittadino. “Ho sempre pensato che viaggiare è per la testa, pensare è per le gambe”, dice un verso: in una serie da qualche parte fra Marco Parente e i primi Timoria, risalta questa ‘Warning‘ in cui Umberto Balsamo si fa cooptare dagli Smiths. Su di loro scommetto, sì. (Grazie Valentina)

Il doppiaggio del canale Colàmbola seziona la laguna aperta prima di virare di nuovo verso la città e le sue propaggini settentrionali. Sant’Alvise, ocio al passo: Solitario Bit è la fatica solista di Fabio Perugia dei mai troppo lodati GattoCiliegia. E come il gruppo madre denota spigliatezza nel prendere di petto le pieghe strumentali e oniriche che sanno maritarsi al grande schermo: ‘Radio blu bit’ entra in sala che si è appena fatto buio, e cerca circospetta un posto non occupato. La bellezza del mood è garantita, il disco -per Mexicat– è scaricabile per intero da qua (grazie Orlandòttir)

Attraccati alla Madonna dell’Orto scendono in tanti, diretti alla fondamenta della Misericordia, ma sale in tendenza opposta la band milanese Controluce: (elettro)pop fresco ed efficace nei suoni e nella voce di Simona Rotolo, che per capirsi ricorda Raffaella dei Madreblu, ma ancora da livellare nei testi che paiono dire niente. ‘Natura instabile‘, che apre, si fa apprezzare.

Andirivieni sostenuto al pontile delle Fondamenta Nove, da e per Murano, da e per il Cimitero. La porta nord della città si riempie di turisti, tra cui i belgi Venus, una delle band cui diedi il cuore sul finire dei Novanta, di passaggio sovente nei locali italiani scortando il proprio artrock di violini e ruvidità no-guitar. Avevo letteralmente divorato tutto “Welcome to the modern dance hall”, un album il cui spirito è bellamente recuperato dall’ultimo, “The red room”: tutto il disco è su altissime quote, questa è ‘Everything that rises must converge‘. Fra i migliori del semestre, as far as I’m concerned; non che avessi dei dubbi, prima di ascoltarlo. Ebbravo Marc Huygens

L’ospedale è già a Castello, quartiere anziano per definizione. Nè università nè luoghi di ritrovo, eppure da scommettere che Pier e Diego degli Egokid saprebbero trovare ispirazione anche in quel dark side della Serenissima (invidiabile dal resto del mondo, quindi e come sempre). Il loro scherzoso “The K icon” addizionato di fake-ep “Songs in the K of E” discetta carinamente di Sean Connery e Maria Goretti, un campionario queer corretto pop da alcolici andati a male e benzedrina per non dormire. Al Damon Albarn del topico 1994 probabilmente sarebbe piaciuta ‘S/m (sunday morning)‘… Li vedremo sul palco ‘Sandro Pertini'(!) del MiAMi sabato 9!

Celestia, a sort of homecoming: il punto più stretto della coda del pesce, relativamente pochi passi e si raggiunge il Canal Grande dalle parti della Bràgora. Essendo che alla Celèstia c’è l’Archivio, mi limito a segnalare di nuovo quanto già anticipato dal sodale Elrocco tempo fa, e cioè che ‘I see you through me‘ degli islandesi Blindfold è quel gran pezzo che si ha sempre voglia di ascoltare, e che per puro caso è riemerso dagli scatoloni virtuali dei vecchi download mai ascoltati in concomitanza.

“Bacini, fermata Bacini”: questo romantico toponimo indica che siamo all’Arsenale, sede di biennali e rimessaggi. Allungo solo un link dalla memoria, si chiamano/chiamavano Xilema e facevano ‘elettropop teatrale’ ai tempi in cui furoreggiavano su Sherwood (2001) con ‘Origami’. Qua tre mp3 da “Eat pop”.

Sant’Elena non è dove morì el conquistador Napoleone ma dove visse Alvaro I di Uruguay. Fronte mare il collegio Morosini, credere obbedire e ndar in buèo, dietro invece la curva (notare il cerchio giallo) che ne prende il nome. Scantamburlo e Prado-goal montano in vapore col biglietto per la C1, ma solo dopo un’estate passata a disintossicarsi magari fra i festival francesi

E’ anno pari, quindi niente Biennale… mi consolo, proprio di fronte all’istallazione ormai permanente di Plessi ai Giardini, con Musica Obscura, un tinto alter ego di Casiotone For The Painfully Alone e del nostro Interflug

Pure l’Arsenale patisce la risacca dell’anno di stasi: terminati i link diretti ai files musicali, guardo un po’ cosa si è concluso stasera a Trieste, città legata a Venezia e ancor più a Chioggia. Electroblog, a saperne prima sarebbe parsa una bella cosa.

San Zaccaria è nome fittizio per indicare la fermata di San Marco, il carnaio che potete immaginare. L’ingorgo di link è equamente diviso con lo stazio di Vallaresso, ovvero ‘San Marco ovest’ per dirla in autostradese: Viasatellite e Manuok hanno a che fare dal dentro coi Black Heart Procession (e se non passavo dal mysp degli attesi Grimoon non l’avrei mai saputo); The New Lows lasciano scaricare tutto l’ep, chiamandolo conseguentemente “The Free EP”… mentre il popolo sciama dopo la scopertura della Torre dei Mori… il telone recava come partner mediatico ‘Il Venezia’ (non il Gazzettino o la Nuova, ‘Il Venezia’)…

A questo punto conviene farsela a piedi, svicolando per i luoghi limitrofi. Il vicentino Acidhead, protagonista di un dischetto electro-ambientale per la netlabel Dharmasound, oppure Ten Thousand Bees, da Maniago per Knifeville: se ne riparlerà, intanto questa bella cosa si chiama ‘Water Circles‘… e terminato il loop come ‘cerchi d’acqua dentro ad un momento’ (questa la capiscono solo i musi-canti ciosoti agées), appuntamento alla prossima.

“Hey I may have some other stuff – more corporate but really cool – do you mind telling me what you usually charge for a day or a work/writing???” …freelancing abroad…

martedì 23 maggio 2006

Come sempre, ai concerti hype c’è sempre quello che scommette sul sicuro, tipo che il primo goal a porta vuota, giovedì al Vox, lo segnerà una Mezzala col Numero6… per farla breve, we’re glorious to say that

Numero6 supportano Belle And Sebastian
(aggiungere brividi fra le singole lettere delle ultime tre parole, please)

nella data di Nonantola…

Dovrei parlare di Almodòvar. Che mi ha deluso, alè via il dente via il dolore. Una storiella poco credibile -come le altre, sì- ma che non è riuscita nel compito di farmi star male come le tre precedenti. Le domande ovvie non vengono poste, manca di una supervisione registica come se l’avesse diretto un fan di Almodòvar in vena di manierismo volontario: le eccellenti prove di Carmen Maura e Penelope Cruz non salvano ai miei occhi una pellicola più materna che femminile -come invece le altre- fondata sulla Weltanschauung ancestrale della donna-solo-come-madre, per me inaccettabile. Nemmeno i tradizionali tòpoi degli ultimi film del mitico cineasta (la pioggia, il teatro, la presenza transgender) si palesano a qualificarlo. Il fatto che al cine più di qualcuno ridesse mi è parso vieppiù insopportabile, nonostante sullo schermo corressero immagini che avrebbero dovuto suscitare reazioni diverse e interrogativi taciuti.
So di andare controcorrente, ma non sapete quanto avrei voluto scrivere parole diverse, dato l’amore per quanto aveva fatto in precedenza. Alla fine, di Almodòvar ho parlato.

Train de vie. Sicilian* tutt*, domenica il destino della vostra cara regione si decide in maniera abbastanza definitiva. Se le elezioni politiche avessero preso un’altra piega, si poteva pensare a un successo alla portata di Rita Borsellino. Invece la strada è in tremenda salita, e una rete di isolan* emigrat* per ragioni di lavoro o università ha allestito un servizio che a quanto mi consta non ha precedenti: un treno che solcherà tutta la penisola e porterà a votare quant* avranno il senso civico e la speranza di cambiare le cose. Sono gli ultimi giorni, il treno parte giovedì e il biglietto costa solo 5 euro: ogni info qua. Chi abita a Roma non ha invece da temere il rischio inesistente di mancata riconferma del sindaco twee…

“Se te la ricordi allora non c’eri”. Interrompo la serietà per annunciare un bellissimo evento in zona Verona: il 10 giugno a San Michele Extra, ‘Sagra della vigna’. La kermesse si fa annunciare da un blog in wordpress nel quale ho trovato un post simpatico.

Dormono dormono sulla collina. Dove vanno a finire i myspace abbandonati o chiusi.

Music :: non stop.
Segnalo l’inizio della stagione dei festival: a Mira (Riviera del Brenta) dal 26 maggio al 2 luglio si tiene l’ottava edizione di Tam Tam, a cura dei fioi della Srazz. Per l’indiependenza, appuntamenti clou il 7 giugno coi Giardini Di Mirò -prevista la mia presenza ai piatti,  e grazie per l’attestato (parte sinistra dello schermo)- e il 21 dello stesso mese con Yuppie Flu, che hanno di recente editato un ‘promo digitale‘ su Rockit contenente fra le altre una bella cover di “Cue the strings” dei Low…

Sempre ai primi di giugno a Padova, ASU e Pulse daranno vita all’ormai consueto Summer Student Festival: quest’anno non più agli istituti universitari di via Trieste (Piovego), bensì al Parco Fistomba. Non è ancora disponibile l’intero cartel, ma già si sa che venerdì 8 saranno sul palco Amari e Le Man Avec Les Lunettes. Anche qua, prima delle partite a tennis e dei bassi di polvere, darò fuoco alle polveri dello spinning.

Per terminare la subdola rassegna-digei set, fa piacere essere ostetrici del parto di ‘SundaySunday!’, aperitivo domenicale in osteria ideato da Onga e Fred. La mescita in questione è “Da Tochetto” a Montebelluna, le domeniche sono quelle estive, e il digei prima/dopo il live di Stop The Wheel (18 giugno, ore 18-22) sarò io. Insomma ce le facciamo e ce le suoniamo: ogni info qua.

Comincia il 16 giugno, per terminare un mese dopo, il tradizionale festival di Radio Sherwood: abituati a Calexico e Arab Strap, il cartel principale è discutibile (sono il primo a dirlo, d’altronde le possibilità erano queste dati i cachet vorticosi che impazzano e impazziscono quest’anno), ma qualificativo è spazio al megaraduno indie nei giorni di sabato 24 e domenica 25 giugno, con ventiquattro bands non solo venete, molte interessanti, divise su due palchi e in azione dalle 19 alle 24, più almeno sette digei (e stavolta no, che avrò da fare nell’organizzazione). In settimana i dettagli di “Indie Attack!”

Intanto è in pieno corso, fino a domenica (termineranno Scuola Furano), il Red Lounge Festival dentro “Soqquadro in Cucina“, spazio di Palazzo Magnani in Reggio Emilia deputato alle interazioni con la musica dal vivo e il djing. Fra i tanti ottimati dei cavi, si ritagliano un posto in bella vista i soliti noti con in più la piccante nouveauté di Enrico Fontanelli a spandere selezioni. Se qualcun* esce dal Vox estasiat* dalla performance di Stuart Murdoch e volesse allungare colà la notte, mi tenga in parte un paio di posti auto… 😉

Nasce Sleeping Star, nuova label filiata da esperienze maturate in seno a Lain Records (Fazi Editore), nel nome di Nikki Sudden ed Epic Soundtracks. La prima uscita sarà “Dreams”, il debutto del progetto elettropop parallelo di Erlend Oye conosciuto come “The Whitest Boy Alive”: a breve sugli schermi dell’Enoteca…

Cinque pezzi facili.
James Legeres dev’essere uno che ne sa. Altrimenti non curerebbe la risoluzione dei files che mette in sharing e non si lambiccherebbe con gainsbourguismes sostenuti come ‘The warrior‘… (notevole anche ‘The parrot’s death’). Delikatessen.

Curioso moniker fintotwee (se non nel logo) per Kissing Cousins, fautori di un pop novanta sulla soglia del club, indeciso se entrare. Tre brani frangettati e la perla ‘We ran‘: Pulp & Mary Chain.

Monotreme si sta configurando come l’etichetta del periodo: gran parte del merito per la conoscenza che ne ho potuto avere spetta a Capitan Giuseppe, che giusto oggi magnificava i lavori nuovi alle porte (Aaron Stout e soprattutto The Low Lows). La label dei 65daysofstatic dopo l’immenso Barzin (fra i dischi dell’anno, al momento) sforna dei magnifici popper californiani a nome Thee More Shallows: il piccolo sampler di quattro pezzi sputa meraviglie, un improbabile delirio Eels + i Sigur Ros che però a casa dei Grandaddy non trovano stranamente un organo… Bello tutto, ma eccelle ‘2 AM‘…

Certi suoni spaceage non mi daranno mai repulsione: come The Humming Airwaves, anche l’esperto Jean Jacques Perrey ci dà dentro col concetto di Amazing New Electronic Pop Sound  : qua un esempio.

Tautologie: The Internet vengono dal pianeta Pazzia e fanno unicornate della penultima ondata. Come questa tuffghosty & monocorde ‘TSA‘. “Guitar and electronic sh*t, vocoder & scrap metal”…

Rimasugli. Ci sarebbe da dire qualcosa su: Venus, Fumisterie, Cappello A Cilindro, Solitario Bit, Egokid e Controluce, e da comporre un monstrum critico che ho in mente. Per evitare che appunto vengano ridotti al rango di rimasugli, discorrerò ampiamente la prossima volta…

venerdì 19 maggio 2006

Esce oggi. Ieri passerella ‘in casa’, su TRL trasmesso da Genova.

Il disco per frames:
01. Spara se vuoi
“Non senza orgoglio, ho depistato questa realtà”; “Spesso mi ritrovo a cercare cose che ho già in mano da tempo”
02. Un finale rocambolesco
“Adoro le scimmie ma non i loro patetici imitatori”; “Negli altri non ho fiducia quindi progetto le contromosse”
03. Automatici
“Non mi posso permettere il lusso di avvelenare questi propositi carichi di polemica intraprendenza”
04. A galla i demoni
“A tue sole spese, non paghi certo per carenza d’indole, o scarsa serietà”; “il fiume torbido del sopruso che sto subendo. Scrivo ciò sperando che abbia voglia di rileggere”
05. E’ arrivato il freddo
“basta carne al fuoco, non aspetterà di bruciare tappe”; “Non sono più io, sono io più qualche cosa di meglio”
06. Mi succede
“Sono a mio agio nel silenzio più duro”; “Mi succede spesso mentre vago per le strade di esser costretto a fingere telefonate allo scopo bieco di evitare incontri inutili”; “Dispongo di risorse che non conosco a fondo e poi del prossimo io tollero sempre di meno frasi a riempir senza colore come stucco”
07. Al cuore della storia
“Schiere di leggerezze fanno la gravità di un peso enorme”
08. Verso casa
“Prendo a calci ogni occasione per giudizi e per condanne, ecco forse a cosa serve andare in là con gli anni”
09. Stiamo per perderci
“La cronaca si è fatta storia”
10. Le parole giuste
“Resti fermo al palo e ti compiaci di nuovi tramonti urbani”
11. Ora però credimi
“Vedo che anche tu hai la vita a terra come me, mettiti il costume e ce ne andiamo al mare; anche nudo partirei mi dicessi così, ma sono alla mercé dell’immaginazione”
12. Da piccolissimi pezzi
“La valigia ideale è quella che devo ancora preparare, lo capiamo perché torniamo indietro e sopportiamo”; “Daresti una degna sepoltura ai ricordi?”

Nel booklet, racconti inediti di Violetta Bellocchio, Paolo Nori, Marco Mancassola, Gianluca Morozzi, Marco Missiroli e Francesco Dezio.

Resiste la possibilità di scaricare alcuni pezzi, e anche inediti, qua e qua.

Che il viaggio parta, propizio e fecondo. Vai Signorini!

venerdì 12 maggio 2006

Give me back my childhood but let me keep my beard (cit. spesso evocatami dalla sisteract). In questi giorni concertosi ho assistito a un florilegio di barbe che mi hanno riportato ai motivi veri della scelta di campo pro facial hair. Iron&Wine, la gran parte dei Black Heart roadies compresi, Daniele ed Enrico, certe foto nell’ultimo Blow Up… stavo giusto pensando di risvoltare a quando ero così/così, quando segnali provenienti da più parti mi inducono alla protrazione della gioia di arricciarsi i peli. Barba è sociale, è identità e appartenenza (Berlusca non le tollera dai suoi, si sa), personalità e pure connotazione caratteriale rassicurante. Non cado nella rete di chi dice “è solo non aver voglia di radersi”, e taccio dei miei semplici problemi cutanei aka rischio di tagli e conseguenti fuoriuscite ematiche: se all’inizio era solo questo, poi mi sono piaciuto, da non pensarmi più senza. La si può regolare o lasciare rigogliosa, darle un tono o assumere quella-posa-per-cui. Al punto che il mio modello somatico per la senilità è Scalfari, e il mio rimpianto per stasera è non fare filotto con un concerto dei Grandaddy (sigh).

Un po’ di musica prima della fine del mondo a.k.a. Adesso ingozzatevi tutti ! Il lavoro sporco dovrà farlo l’utente in privato a.k.a. metto solo dei link che ho tante cose da fare a.k.a. mi libero la scrivania da un po’ di fogli.

L’anno che verrà: ChairWarmer (tenetelo in caldo) e Batiuska (will be a netlabel)

Neu bauten: Vriil.

Myspacers: Acidhead, Selaxon Lutberg, Dan Lo-Fi, Porco Rosso, The Opossum

Radio indie popLunaSea Records

Tronica: PercussionLab

Chi vi credete che noi siamo per le spillette che portiamo: IndieSpinZone (facciam così perché ci va)

O’MusicAnte

Obdùlio Varela, Pa-o-lo Mon-teeee-ro y Chino Recoba: in Belgio però

La distrobooking che mancava aka salutamme bersagliè: Concetta (il pranzo è servizio)

Music that could save your live (dicono tutt* così): Stop, pop and roll

Pony Up! is better than Pipettes: tre nuovi mp3

Quando il nome dice tutto-o: Great Lakes Myth Society e Rooftop Suicide Club

Olè. (e stateve accuorte che il bello deve ancora cominciare, tipo al festival…)

Etno-movie-ST-maker: Raz Mesinai

Neanch’io, a dire il vero.

Pure underground green-no-tech music: Kritonite.

Quirinale.

Il tuo bacio è un postrock: Il Rumore Del Fiore Di CartaAttesa Per La Finale Di Subbuteo (*)

Elettronica ansiosa e felice: Egotwister.

Crunch: PopcornLab.

Is an mp3 blog to undo the world? Undomondo

Lascia che succeda.

Ci pensa lui.

Concetto stupendo: noi sì, tu no (nasce un poco strisciando)

What about an Italian indie blog more? La somma di due.

Chicago di notte. (calembour delle elementari)

Are you ready for a ton of mp3?

Uffa.

Verso i mondiali: in punta di piedi, un sito paura, balliamo sul mondo, chi me la regala?

Verso i mondiali 2: averceli, averceli, averceli.

Serge Gainsbourg Revisited: Franz Ferdinand e Jane Birkin, Sorry angel (da It’s too long)

Questo è un dj set.

Serie B? e così sia.

mercoledì 10 maggio 2006

primo presidente che abbia avuto in tasca la tessera del Pci
miglior presidente possibile

Concertini.
Stasera Calexico + Iron & Wine (3 ore sul palco assieme, senza headliner o supporter) al New Age di Roncade.

Domani al CS Rivolta di Marghera:  Black Heart Procession + Grimoon (teneteli d’occhio che stanno per ri-uscire) + un digei set iniziale, in tema per quanto possibile ma anche no. Indicazioni stradali qua.

Sempre domani Numero6 al Bar Wolf di Bologna, via Massarenti 118. Voi che siete là.

Rivistine. E’ uscito il numero di maggio di indiepop.it. Probabilmente l’ultimo in questa veste: novità in arrivo, appena sapremo quali e ‘come’ saranno spiegate. Intanto un grazie enorme a Salvatore, che non molla la presa anzi rilancia.

Canonico update: il buon Alessio mi dice che il cartel di Soundlabs’06 a Roseto degli Abruzzi è così composto: Belle & Sebastian + Afterhours + Vinicio Capossela + Howe Gelb (with Voices of Pray Choir and Band) + Morris Tepper (featuring Pj Harvey) + Offlaga Disco Pax + Giardini di Mirò. Italygiglist, da cui l’ha letto, naturalmente conferma. Heaven is a place on Earth…

domenica 7 maggio 2006

Now I know that it’s you, we’re lucky lucky, we’re so lucky

Squillino le trombe e trombino le squillo

IL VENTISETTE LUGLIO

scenderanno copiose lacrime mai così volute, per

YANN TIERSEN

per la prima volta dal vivo in Italia al

FESTIVAL DI VERUCCHIO (RIMINI)

Prima di mettersi in marcia per la strada Romea come un antico pellegrino munito di bisaccia, l’oste ringrazia Elena Rodriguez che nel suo ruolo di segretaria organizzativa del festival ha risposto, confermando, al trafelato Marchino Delsoldato che già vedo grimpeur con pendenza critica, manco l’Izoard o la rocca urbinate. Polase e cuore aperto: accogliamo il Bardo di Bretagna come si aspetterebbe una cometa.
(François, si tu es en Italie, j’ai une chambre pour toi à Chioggia, tu sais que j’ai te remercier toujours)

sabato 6 maggio 2006

(dai verbali in mano alla Procura di Roma)

ENV: allora Sampdorian Gray che si dice
ELR: siete la solita manica di ladri
ENV: chi io? almeno me ne tornasse qualcosa
ELR: sì sì, guarda come avete ridotto Vialli
ENV: minchia parli peggio del boemo sfigato
ELR: intanto vi mandano in B
ENV: ma sì, è giusto
ELR: senti piuttosto, se ti faccio buono un link, ce l’hai quell’mp3 di Jukka che canta?
ENV: ma guardalo! chi è senza peccato scagli la prima pietra
ELR: è una richiesta innocente
ENV: sì sì vi conosco a voi, magari pretendi anche Zalayeta e una macchina nuova
ELR: beh…
ENV: tieni, va’. Ma taci con quel porco di Carraro

– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –

ENV: Panathinaikos?
BEN: No, ha sbagliato numero.
ENV: Ok, sorry… ehi un momento, lei parla italiano?
BEN: No, no… no io… Grecia Italia una faccia una razza
ENV: Seh, seh, Vassilisso, ti conosco mascherina
BEN: Oh ma è vero che vi mandano in B?
ENV: Ah per me… del doping fregava una sega ma qua sarebbe proprio ora
BEN: Oh! Uno scoop! Te che non difendi la triade
ENV: Mai difesa, ne ho solo usufruito, come un terzo degli italiani
BEN: Anche tu coi sondaggi populisti bro?
ENV: E’ un dato di fatto. Certo scudetti a voi aquilotti non ve ne tornano però
BEN: Già, vanno tutti a Galliani
ENV: Un altro onest’uomo
BEN: Aveva ragione il fratello su a Torino, siete tutti marci peggio di Mondo
ENV: Uè uè modera (cit.)
BEN: Che fai, citi anche al telefono?
ENV: Sorry, deformazione…
BEN: Accidenti a te
ENV: Che c’è?
BEN: Non riesco a trovare il remix che hanno fatto gli Hood ai Giardini… ne hai scritto, lo hai?
ENV: Siamo all’ “a Fra’ che te serve?”, eh
BEN: No beh… quello, e aggiungici pure una recensione…
ENV: A’mpunito!
BEN: Che c’è di male? lo fanno tutti…!
ENV: Va là Saravakos, ecco quanto chiedi, e più non dimandare
BEN: Efkalistò
ENV: Parakallò

(i due mp3 compaiono su gentile licenza di JR, The 900 Movie Mask, e di 2ndRec, gli unici amburghesi che ringrazio…)

“Silvio, ho fatto prigionieri!”

“E cosa aspetti a portarli?”

“Non mi lasciano venire!”

giovedì 4 maggio 2006

AAA non più giovane ma piacente periodista musicàl, bagaglio speculativo pressoché interminabile, offresi come direttore artistico per festival o locale, cui demandare nel rispetto del budget le scelte per il cartèl. Garantite versatilità, passione, intrallazzo moggiano e probabile competenza. Nessuna pretesa economica: il proposito principale è visionare gli artisti praticamente a domicilio senza rimpiangere posti irraggiungibili mediante pubblici mezzi, come San Vito Di Leguzzano, Roncade, Nonantola. Citofonare enver

AAA musicofilo di laguna sud con entrature nella stampa specializzata, nel web d’avanguardia, nelle radio disobbedienti, nella promozione di gruppi quasi altolocati, e per di più bloggher, cerca etichetta indipendente italiana o straniera per cui svolgere l’inappuntabile mansione di A&R, allo scopo di tesserare promettenti virgulti indiepop / rock / folk / tronica sottraendoli anticipatamente ad eventuale concorrenza. Si dispone di fiuto lungo e aggiornamenti continui, monitoraggio internazionale quotidiano e contatti già presenti. Provvigione richiesta, in denaro e vino. Sempre citofonare enver

Se tu sei venuto qua, sei venuto per cantar.

L’Enoteca saluta il Venezia SSC promosso in C1. Domenica si va a far festa sui tubi innocenti (aggettivo) della curva Morosini al Penzo contro la Pro Vercelli, un pezzo di storia del calcio italiano, pensando con fibrillazione al venturo derby col Padova. Grazie Di Costanzo (un saluto anche a quegli sfighé che pensavano che la Serie A fosse una passeggiata)

Chi fermerà la musica? Non io.

———————————Carnifull Trio: uscito da mo’, girante da prima, la botta è sempre molto alta anche se più black. Prendete e scaricatene tutti: la copertina LineaTre però vi chiede un supplemento di acquisto, come sempre a casa Riotmaker.
———————————Offlaga Disco Movie: se n’è fatto carico Ciups, voi che avete Quicktime o iPod ditemi com’è… si fa presto a metterlo su youtube… “la prima docufiction della storia sul fenomeno ODP”

———————————la playlist della puntata di sabato scorso di Blog Up la trovate qua. Contiene mp3 scaricabili dei pezzi.

———————————da un paio di giorni ho inserito nella barra laterale, sotto l’ormai vetero-abusato faceroll, lo scroll di Hype-Non-Standard: al lettore e alla lettrice è possibile risalire in tempo reale ai pezzi pubblicati dagli m-blog. Ci sta dentro anche il Novellin RoccoEl, sempre più avanti di un passo

———————————il 9 giugno uscirà per 2ndRec di Amburgo un bizzarro cd dei Giardini Di Mirò, “North Atlantic Treaty Of Love”, contenente quattro inediti (il primo, “Othello”, per l’esclusiva voce di Jukka) e parimenti quattro remix di tracce già edite, con le prestigiose firme di Alias, Apparat, Hood e The Sea. L’intera opera è molto bella e tronica…
Fra l’altro non sapevo che all’Uomo di Cavriago si ascrivesse anche il progetto Die Romantische Punk… “an ambient-noise project based on live vocal loops”…

———————————il disco dei Numero6 esce ufficialmente il 19 maggio. Intanto suoneranno giovedì 11 al Bar Wolf di Bologna, nella stessa sera in cui al Rivolta i Black Heart Procession passeranno a trovare i Grimoon… si sussurra di un digei set da favola…

More to come.

lunedì 1° maggio 2006

The man machine machine machine machine.
…io ascolto cose dilatate e rallentate
…io ascolto Hood e Tunng
…io ascolto cose molto nervose, secche, con loop di chitarra spezzati
…io ascolto persone che parlano sopra una musica
…io ascolto pezzi con strumenti giocattolo
…io ascolto pezzi costruiti su casio, moog, theremin
…io ascolto musica strumentale, anche non postrock
…io ascolto pop triste
…io ascolto cantautorato nordico
…io ascolto valzer francesi
…io ascolto indie italiano
…io ascolto elettronica analogica
…io ascolto elettronica no-dance

Boring Machines nasce come contenitore di musica indipendente con lo specifico obiettivo di promuovere artisti che rischiano di passare inosservati solo perché non allineati alla crescente richiesta di divertimento a tutti i costi.

La disequazione ‘musica lenta / buona musica(R)’  viene combattuta riaffermando la nobiltà di sentimenti quali malinconia e disagio. Boring Machines si adopera in difesa dei reietti, di quelli che vivono sotto il numero medio di bpm, che non rifiutano la forma canzone ma ne propongono una diversa interpretazione. Che siano cantautori, droners incalliti, folli sperimentatori e quant’altro, è una roccaforte della musica considerata noiosa.

Non è un’etichetta, non è un’agenzia di promozione o di booking, non è una webzine, non è un blog. Può fare contemporaneamente tutte queste cose utilizzando l’esperienza accumulata in questi anni con diversi progetti di organizzazione live, dj set, promozione e booking e sfruttando la rete di contatti creatasi sul suolo italiano e all’estero.

Il primo progetto sotto l’egida Boring Machines riguarda la produzione e promozione del primo album ufficiale di My Dear Killer, cantautore anomalo di natali italiani ma residente in Inghilterra che è riuscito nell’ardua impresa di incollare col biadesivo Nick Drake e i Sonic Youth. L’album di My Dear Killer “Clinical Shyness” è prodotto assieme a una syndication di labels che comprende Madcap Collective, Under My Bed, Eaten By Squirrels e FiglioTucano Foundation ed è disponibile da oggi.

My Dear Killer è l’anello di congiunzione tra l’uomo e l’indierocker.

My Dear Killer – Clinical Shyness

(grazie a Onga, fratello di aperitivo)

…da Under My Bed, anche le raccolte ‘Cinque pezzi facili’, col contributo dei MR60

– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –
…e per giocare, Il Pranzo E’ Servito! (courtesy of MartaP)